Tra dubbi, ingiustizie e verità svelate: il caso di Yara Gambirasio

Attualità

Autrici: Maria Assunta Biondino, Angelica Bisignano, Roberta Ferraro, Alessandra Riggio.

In questa rubrica “Shadows in the night” esploreremo i casi di cronaca nera più inquietanti e misteriosi che hanno scosso la società. Cercheremo di fare luce su storie di crimine affrontando sia gli aspetti umani che legali. Il caso di cui ci occuperemo oggi è quello di Yara Gambirasio.

Il caso di Yara Gambirasio è uno dei più noti e controversi in Italia e riguarda  la scomparsa e l’uccisione di una ragazza di 13 anni avvenuta nel 2010.

Venerdì 26/11/2010 Yara Gambirasio, nata il 21/05/1997, residente a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, verso le  17:30 si reca presso il centro sportivo del suo paese, dove è solita allenarsi in ginnastica ritmica.

Secondo varie testimonianze rimane lì almeno fino alle ore 18:40 circa, successivamente alle 18:44 risponde ad un sms di un’ amica. Da quel  momento  se ne perdono le tracce. 

Le telecamere di sorveglianza del centro sportivo sono tutte fuori uso e non risultano utili per ricostruire i movimenti della ragazza.

Quel venerdì Yara non ha lezione, ma si reca in palestra per una commissione. Il giorno prima le insegnanti si erano lamentate del mal funzionamento dello stereo e sua sorella si era offerta di prestare il suo.  A portarlo in palestra fu Yara.

Alle 19:11 non è ancora tornata a casa e il suo cellulare risulta spento. I genitori, non vedendola tornare, denunciano immediatamente la sua comparsa.

Le ricerche per trovare Yara durano giorni e coinvolgono le forze dell’ ordine, che utilizzano cani da ricerca  e droni con l’aiuto dei volontari.

Il corpo viene ritrovato tre mesi dopo senza vita a 9 km di distanza dalla palestra, da Ilario Scotti, in un campo già perquisito precedentemente. 

Con l’autopsia si capisce che è morta di stenti, al freddo.

Nel suo corpo sono state trovate tracce di materiale edile, quindi molto probabilmente l’assassino lavora nei cantieri (vengono trovate tracce di DNA di Yara nel cantiere di Mapello, a 5 Km da Brembate, dove sono in corso lavori per la costruzione di un nuovo centro commerciale: i cani molecolari si fermano tutti davanti ad un secchio pieno di ruggine). Al livello dell’inguine di Yara vengono trovate tracce di DNA identificate con quelle di Ignoto 1. Inizia l’indagine e si confronta il DNA di Ignoto 1 con quello di molte persone della zona e si scopre che combacia perfettamente con Massimo Giuseppe Bossetti, fermato con la scusa di un alcool test. Il giorno della scomparsa, il suo furgone viene ripreso nelle vicinanze della palestra e si procura un alibi falso, in più sono presenti tracce di tessuto del furgone sul corpo della ragazza. Lui afferma di non ricordare nulla e si è sempre dichiarato innocente, ma nonostante ciò viene condannato all’ergastolo.

In effetti ci sono alcuni elementi un pò sospetti: le indagini sono state svolte con test del DNA scaduti, è sempre stato negato lo svolgimento dei test in maniera privata richiesta dagli avvocati di Bossetti e durante le indagini sono state tralasciate diverse persone, tra cui il custode della palestra e l’insegnante di ginnastica. 

Questo caso rimane uno dei più emblematici di cronaca nera in Italia, con un grande impatto mediatico che ha toccato profondamente l’opinione pubblica e che si spera non si ripeta di nuovo nel corso degli anni. 

La vita umana è sacra e va rispettata.