Solidarietà: il tasto rotto di un pianoforte chiamato mondo

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Il  20 dicembre è la giornata internazionale della solidarietà umana, solidarietà deriva dal latino “solidum” un aggettivo che significa “solido” e veniva usato in ambito giuridico precisamente nell’espressione “solidum obligari” ovvero un’obbligazione per cui diversi debitori si impegnano a pagare gli uni per gli altri e ognuno per tutti una somma presa in prestito. Questo termine inizia ad avere il significato che intendiamo oggi solo negli anni ‘30 e ‘40 dell’800 grazie ad Auguste Comte ed Emile Durkheim, i padri fondatori della sociologia: la scienza che studia i fenomeni della società umana. Essi diedero a questo aggettivo il significato di coesione e integrazione sociale.

Solidarietà oggi è l’atto che commettiamo nel provare compassione e sentimenti e nel dare aiuto ad una persona. La solidarietà di questi giorni è un tassello mancante nella nostra società, è un tasto rotto di un pianoforte chiamato Mondo, questo tasto smette di suonare nel momento in cui in televisione il capo della direzione principale dell’intelligence di  Kiev riferisce che i combattimenti non termineranno prima dell’estate 2023, ma l’Ucraina non è l’unica in guerra, la Siria è in guerra da 13 anni, lo Yemen da 7 e nel Myanmar la guerra civile è scoppiata solo nel 2021 ma nei primi 7 mesi di quest’anno ha fatto ben 11mila morti, a questo punto la mia domanda è: dov’è finita la solidarietà, la coesione, degli autori della guerra? Questo tasto smette di suonare quando novembre, il mese in cui cade la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si è rivelato il mese con più femminicidi in Italia. Questo tasto smette di suonare quando i dati riportano che gli attacchi di omofobia si sono intensificati rispetto all’anno scorso. Questo tasto ha smesso di suonare quando abbiamo capito che in ben 31 ospedali italiani il 100% del personale sanitario è obiettore di coscienza.Fabrizio De Andrè nella canzone “Il Pescatore”  un semplice pescatore spezza il pane e versa il vino ad un assassino per far sì che egli colmi la sua fame di compassione, De Andrè in molte delle sue canzoni denuncia l’urgenza di solidarietà tra noi umani. E ci fa notare che  questo tasto smette di suonare, e smette di suonare troppo spesso…