Dal 23 Febbraio di quest’anno, dopo diversi mesi di chiusura a causa del Covid-19, finalmente è stato riaperto il ‘’Parco e Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide’’, a Sibari, frazione di Cassano allo Ionio. L’intento è sicuramente quello di far conoscere al pubblico le meraviglie risalenti al Mondo greco e romano presenti nella nostra terra. Il Museo nasce nel 1996 e, nel corso di tutta la sua storia, è stato visitato da più di 10.000 persone. Si estende su un’area di circa 500 m e vanta reperti caratteristici della Magna Grecia e degli antichi romani, tra i quali vi sono principalmente ruderi risalenti a ville del passato, mosaici e una piscina. La storia di Sibari (Sybaris) iniziò nell’VIII secolo a.C., quando alcuni Achei giunsero sulle nostre coste e fondarono diverse colonie, tra cui appunto Sibari, riducendo gli indigeni in schiavitù. Sappiamo che il centro godette di una straordinaria importanza, data soprattutto la fertilità del territorio, che permise la coltivazione di olive, frumenti, frutta e olio. Nel 510 a.C la polis intraprese una guerra contro un’altra città magno-greca, Crotone. La guerra finì dopo 70 giorni con la vittoria di Crotone, che con la battaglia di Nike, distrussero Sibari. I Sibariti, dunque, nel 444 a.C. fondarono, nei pressi di Sibari, una nuova città, che prese il nome di Thurii. La polis, nel 193 a.C., venne conquistata dai Romani, che la ridussero ad una loro colonia. Thurii continuò ad essere abitata fino al Basso Medioevo, quando nel V e nel VI secolo iniziò a diventare una zona paludosa, e un secolo più tardi fu totalmente abbandonata.
Gabriele Carbonaro D’Amico