Galleria fotografica di Angela Capalbo
Una mattinata all’insegna dell’arte quella del 19 Dicembre al Liceo Classico V. Julia. Dal cinema alla pittura, dai tornei di calcio alla raccolta delle prime idee per la notte nazionale del liceo classico: sono state tante le attività che hanno coinvolto con entusiasmo i liceali in un riuscitissimo esperimento di scuola capovolta.
Il fiore all’occhiello di questa straordinaria avventura è stato sicuramente il concorso di pittura che ha visto studentesse e studenti, armati di pennelli, tavolozze e tele, dare sfogo alla fantasia per trattare temi importanti come il bullismo, la guerra, la violenza sulle donne e la libertà.
A fine giornata, nell’auditorium della scuola, i quadri realizzati sono stati valutati da una giuria composta dai professori Angela Gualtieri, Aldo Pastore, Ada Capilupo, Domenico Passerelli, Rosaria Galasso e Alessandra Pastore, insieme anche ad alcuni studenti e studentesse.
Le opere in concorso
La classe 1ªA, si è divisa in due gruppi e ha realizzato due quadri trattanti tematiche differenti: il primo dipinto, dal titolo “Sotto gli occhi del giudizio”, realizzato da Chiara Terranova, Giusy Cofone, Noemi Girardi, Francesca Spinelli, Elisa Intrieri, Angela Belfiore e Noemi Lupo, vuole essere una riflessione sul tema del bullismo. Al centro della composizione, troviamo una sagoma nera la quale rappresenta l’individuo isolato. La scelta di non dare dettagli alla sagoma nera è intenzionale, in quanto sottolinea la perdita di individualità causata dal bullismo, in grado di sottrarre ogni caratteristica unica e personale. Attorno a questa figura troviamo una moltitudine di occhi che osservano incessantemente, e rappresentano la percezione di essere sempre sotto il giudizio altrui.
Il secondo gruppo della classe 1ªA, ha affrontato la tematica della violenza sulle donne con il quadro “Lo sguardo della violenza”, realizzato da Natalie Debartolo, Sofia Servino, Francesca Martini, Francesca Abruzzese, Nicla Gallo e Lucia Capalbo. Al centro del dipinto troviamo un occhio dipinto in tonalità di rosso e nero, con all’interno una sagoma nera. L’iride rossa sembra evocare il dolore e la rabbia. Le sfumature rosse, che si estendono come macchie di sangue amplificano il senso di violenza, rimandando all’aggressione fisica e psicologica mentre le impronte di mani insanguinate rappresentano la presenza dell’aggressore. Lo sfondo bianco contrasta con gli elementi rossi e suggerisce un vuoto emotivo.
La classe 1ªB, ha trattato il tema della libertà con il quadro “La libertà di Adamo e della sua creazione”, realizzato da Desiree De Bernardo, Ginevra Turano, Mariasole Mariani, Sofia Magliari. Il dipinto è una rivisitazione della “Creazione di Adamo” e rappresenta le mani di Adamo e del Creatore che si sfiorano. Con questa raffigurazione le studentesse volevano comunicare il valore della libertà data agli uomini dal loro Creatore, dunque nessuno dovrebbe privarli di questo diritto
Anche la classe 3ªA ha realizzato due dipinti: “Lacrime di fuoco” e “La chiave della libertà”. Il primo a cui hanno lavorato Gemma Fusaro, Nunzia Bruno, Alessandra Iania e Assunta Scola, denuncia il dolore e il silenzio che spesso accompagnano la violenza sulle donne. Le lacrime blu simboleggiano la sofferenza invisibile, mentre le linee rosse, quasi come cicatrici, rappresentano la ferita lasciata dalla violenza. L’espressione intensa della donna parla di una forza trattenuta, di una voce che chiede di essere ascoltata. Il secondo dipinto di Alessandra Bifano, Chiara Benedetto, Mikaela Montalto, Marika Luzzi e Gabriel Milordo tratta il tema della libertà. Il titolo viene accostato perfettamente con l’immagine, infatti l’uso dei libri, unito alla forma della chiave, suggerisce il messaggio della conoscenza e della lettura come strumenti che aprono porte verso percorsi di libertà.
La classe 4ªA ha affrontato il tema della libertà in due dipinti diversi. “ελευθερομανια: il desiderio sfrenato di libertà” dell’alunna Manuela Miranda è una rappresentazione dell’Angelo Caduto di Cabanel. L’originale rappresenta Lucifero, mentre nella rappresentazione della studentessa, è un uomo che ha la costante pressione di sentirsi libero e che non riesce a spezzare le catene che lo vincolano. Secondo quanto affermato dall’autrice: “La libertà è la massima ricchezza che possiamo raggiungere e l’unico modo per ottenerla è attraverso la cultura data dallo studio ma, soprattutto, dall’esperienza empirica. L’ελευθερομανία porta l’individuo ad una condizione autodistruttiva poiché vede la libertà sciolta da ogni vincolo come una necessità primaria costringendolo ad un isolamento sociale poiché nessuno gli somiglia e lui non somiglia a nessuno”.
Il secondo dipinto della 4ªA, “Parola, musica e libertà, è stato realizzato da Miriam Zampelli. La finestra e il temporale raffigurati, rappresentano la società di oggi la quale spesso tende a opprimere la libertà di ognuno. Il dipinto è caratterizzato da colori cupi e scuri, al contrario delle tonalità più vivaci e accese attraverso le quali viene espresso un senso di libertà e tranquillità, a sua volta sottolineato dalla presenza delle farfalle che ne sono il simbolo chiave.La musica, le parole e l’arte sono gli strumenti che possiamo utilizzare per essere liberi e sono proprio questi ad essere i soggetti dell’opera.
Il dipinto della classe 5ªA realizzato da Alessia Liguori e Giada Lupo, intitolato “Chi dovrei essere?”, rappresenta come i costrutti radicati nella nostra società possano mettere in discussione la libertà di espressione e di agire dei singoli costituenti. Infatti nella parte a destra, sotto lo sfondo dipinto di rosso, abbiamo la rappresentazione di tre persone che hanno intrapreso delle scelte che rispecchiano quello che la società ha progettato per loro, e che li ha costretti a rinunciare a quello che avrebbero voluto essere o diventare. Abbiamo una donna che avrebbe voluto proseguire gli studi, un ragazzo che avrebbe voluto sposare l’uomo che ama ma non lo ha fatto e infine c’è una persona che vorrebbe intraprendere un percorso di transizione di genere. Dal lato sinistro, sotto lo sfondo nero, abbiamo due persona che invece contemplano allo specchio quello che vorrebbero essere perché la società ha inculcato loro l’idea di essere sbagliati, infatti abbiamo un ragazzo disabile che vorrebbe non avere la propria disabilità e una ragazza che vorrebbe rispecchiare i canoni estetici della società.
Ultimo, ma non per importanza, il dipinto della 4ªB, vincitore del concorso, realizzato da Alice Burlato e Benedetta Cofone. La loro tela, di nome “Riflessi di speranza”, tratta il tema della guerra e raffigura un bambino in piedi davanti a uno specchio incrinato, situato in una casa devastata dalla guerra. Lo sfondo fuori dallo specchio mostra un paesaggio desolato con edifici bombardati e fumo che si alza in lontananza, segno di distruzione e conflitto. Nel riflesso dello specchio, la scena cambia radicalmente. Si può notare un paesaggio utopistico quasi come se nell’immaginario del bambino vi sia un briciolo di speranza. Il quadro simboleggia la speranza e il desiderio di libertà, mostrando come, nonostante le circostanze avverse, si possa sempre immaginare e aspirare a un futuro migliore e pacifico.
Nel corso di tutte le attività gli studenti, supportati dai docenti, hanno dimostrato serietà e responsabilità, impegno e determinazione nel combattere per cause e tematiche importanti attraverso l’arte, ma soprattutto molto entusiasmo nel farlo.
L’attività svolta, non solo ha rappresentato un momento educativo e significativo, ma ha anche rafforzato il senso di unione tra studenti e insegnanti anche al di fuori del contesto dell’insegnamento tradizionale.
Attività di questo tipo, educano e sensibilizzano i giovani, preparandoli a essere cittadini consapevoli in futuro.