di Maria Paola Cofone
“Body Shaming”, in quanti hanno sentito questa espressione? In pochi a conoscerla, ma in molti a subirla. Si tratta di una nuova forma di bullismo, di una critica sull’aspetto fisico da parte di altri, attraverso commenti denigratori fatti, soprattutto, sul web.
In un mondo ricco di pregiudizi, di stupidità, di ignoranza, tutti, anche se in misura diversa, ne siamo coinvolti. In una società come la nostra, che si può definire “società dell’immagine”, conta molto il modo di mostrarsi, di presentarsi!
L’apparenza diventa una sorta di scudo che va a nascondere insicurezze e fragilità, impossessandosi della dimensione interiore dell’uomo.
In questa realtà ognuno si sente costretto a seguire immagini-idolo, icone, modelli generati dalle pubblicità, da Internet, dal mondo dello spettacolo e dello sport, proprio per non sentirsi diversi.Quanta importanza ha per noi l’aspetto fisico? Tantissima. Per quanto possa essere considerato importante, non deve sicuramente essere determinante per il nostro modo di essere e per la nostra vita. Impariamo ad essere noi stessi e a non essere come gli altri ci vogliono! Ciò che conta realmente è ciò che siamo e nessuno può e deve farci vergognare del nostro corpo!
Conta la nostra personalità, la nostra identità, la nostra diversità che ci rende unici e irripetibili in un mondo ormai diventato monotono, grigio, noioso. Questo, purtroppo non tutti lo capiscono e molte volte per il nostro aspetto esteriore veniamo derisi.
È questo quello che hanno messo in evidenza lo scorso 13 Ottobre più di trecento donne, riunite in Piazza Duomo a Milano. Insieme, unendo le loro forze, hanno sfilato in intimo per lanciare una sorta di sfida contro i diversi pregiudizi.
Questa è stata una delle più grandi tappe organizzate dall’associazione no-profit “Body positive catwalk” istituita dalla modella curvy Laura Brioschi e dal suo compagno Paolo Patria che hanno dato vita al movimento “Body Positive”.
Si tratta di un movimento che, va a promuovere, anche se in maniera eccessiva, il “Sii cio che sei”. Questo movimento ha come scopo quello di unire uomini e donne di diversa forma fisica, età, etnia, orientamento sessuale per abbattere pregiudizi, combattere il bullismo e ricordarci che, attraverso la condivisione, le caratteristiche di ognuno di noi che ci rendono unici, abbiamo tutti una cosa in comune: siamo esseri umani.
L’aspetto fisico deve essere contenitore di doti e qualità, deve essere tramite, espressione della positività e della capacità intellettiva dell’individuo e non un costume alla moda da cambiare in base alle persone e al luogo. Diceva Anna Bronte: “È stupido desiderare la bellezza. Le persone di buon senso non la desiderano mai per se stesse o si curano che vi sia negli altri. Se la mente sarà ben coltivata, e il cuore ben disposto, nessuno si interesserà mai dell’aspetto esteriore.”