Lessico Famigliare è un libro delicatissimo e semplicissimo, con una prosa fanciullesca. Perché è così che Natalia Ginzburg ha gestito la sua biografia.
La Ginzburg ha scritto dal punto di vista di una bambina, la piccola Natalia Levi, che tra due genitori molto diversi tra loro e sommersa da tutti i suoi fratelli maggiori, cresce.
Lei nasce nel primo dopoguerra, assiste all’ascesa di Mussolini e Hitler, vive la persecuzione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale (la sua stessa famiglia essendo di origine ebrea scappa e si divide), si sposa, ha dei figli: cresce il personaggio, però la prosa non cambia.
Il bello è che Natalia non parla di se stessa ma della sua famiglia.
La stessa Ginzburg afferma in un’intervista: “Il mio libro Lessico Famigliare non è un’autobiografia. È un libro che racconta le persone della mia vita, non la mia vita. Io intendevo non essere un personaggio in questo libro. Intendevo essere semplicemente un testimone”.
Il lettore, infatti, tramite gli occhi e il vissuto di Natalia, conosce tutti i suoi parenti, gli amici, gli amori e tutti i legami della famiglia Levi ma non Natalia, che quasi resta indietro, in disparte. Lei è il chiodo che regge il quadro.
Con questo romanzo Natalia Ginzburg ha vinto il Premio Strega nel 1963.