“La dignità mi ha fatto sopportare atroci sofferenze ma c’è un limite ed è stato oltrepassato. Quel poco di forza che mi rimane la voglio usare per ottenere una morte dignitosa”.
Sono le parole di “Mario”, nome fittizio per il malato tetraplegico, da anni immobilizzato dopo un terribile incidente stradale, il primo malato in Italia ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito.
La vita del quarantatreenne non è più la stessa da quel brutto incidente di 10 anni fa, quando si schiantò contro un albero per evitare un veicolo che invadeva la sua corsia.
Salvo sì, ma paralizzato dalle spalle ai piedi, l’unica parte del corpo che riesce a muovere è un dito di una mano.
Giunto al limite della sopportazione, nell’agosto del 2020 ha inviato la sua richiesta per l’autorizzazione al suicidio medicalmente assistito. La richiesta è stata dapprima rifiutata e, solo dopo una denuncia all’ASUR Marche, Mario è riuscito ad ottenere il permesso.
Ora è in attesa di conoscere in che modo avrà termine la sua vita; confessa di sentirsi più leggero che mai, svuotato di tutta la tensione accumulata in 10 anni di sofferenze e tristezza: “Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita. Nessuno – dice in un video – può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni”, e “condannarmi a una vita di torture. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perché si sta giocando sul dolore dei malati”.
Una svolta storica per l’Italia, dove l’eutanasia risulta ancora illegale nonostante le continue richieste di una legge al Parlamento da parte della corte costituzionale.
Mario ha vinto la sua battaglia, ma restano ancora tantissime le persone che come lui vorrebbero essere libere di poter scegliere il proprio destino.
La fonte delle citazioni è la seguente: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Suicidio-assistito-la-lunga-battaglia-di-Mario-Adesso-mi-sento-piu-leggero-e-libero-di-scegliere-b1168493-2e38-40e3-be99-1005f437d9c5.html