di Giovanna Falcone
Nella vita di ogni giorno sono poche le occasioni in cui riusciamo a restare in stretto contatto con la famiglia. Gli eventi, le occasioni e le opportunità della quotidianità ci distraggono da questo piccolo microcosmo sicuro in cui ci rifuggiamo solo quando siamo allo stremo delle forze. Solo in casa possiamo essere davvero noi stessi. Ecco, però, che improvvisamente, salta fuori un virus che interrompe bruscamente la routine, un virus che indossa una simpatica corona: il coronavirus o Covid-19. Ed è stata proprio questa cosetta invisibile a riportarci veramente a casa, a “costringerci” a vivere nuovamente a stretto contatto con i nostri cari. Siamo bloccati tra quattro mura e al solo pensiero di questa prigionia “salutare” ci manca il respiro. La nostra mente è così impegnata a pensare alla perdita di libertà che non si accorge degli aspetti positivi di tali catene; primo fra questi è appunto la riscoperta della famiglia e dei suoi valori. Quale occasione migliore di questa per parlare con i nostri cari, per instaurare i rapporti confidenziali di un tempo, come quando eravamo piccoli e la mamma e il papà erano tutto per noi? E che dire dei nonni? Fa bene parlare con loro, è bello comprendere meglio le loro sensibilità e i loro pensieri, capire come vivono questa situazione di precarietà e di incertezza, questa perenne “domenica” ansiosa del lunedì. Ed ecco che nella precarietà delle tenebre dell’incertezza che ci avvolge, ritroviamo la luce in un dolce sorriso della mamma, in un occhiolino del nonno e nelle mani rugose del papà. Solo loro possono aiutarci a sconfiggere questo senso di vuoto e sconforto che ci assale, perché anche loro stanno provando le nostre stesse sensazioni e ci capiscono più di qualsiasi altra persona al mondo. Ed ecco che con il confronto, anche a un metro di distanza, riusciamo a sentirci meno soli. Abbiamo anche la fortuna di avere tutto il mondo a portata di un click. In questo abisso di pixel racchiuso in uno schermo possiamo ritrovare tutti i più congeniali metodi per non perdere la pazienza e far sì che i nostri pensieri stanchi non sfocino in follia. Abbiamo tutti i mezzi per non annoiarci e per curare la nostra mente, e anche per offrire solidarietà e sostegno a chi ne ha più bisogno di noi. Anche se con gli amici o i parenti non possiamo frequentarci, riusciamo comunque a vederli o a sentirli. Quanto risuonano soavi le parole dei nostri cari più lontani attraverso le piccole casse di uno smartphone! Hanno il potere di dar colore a tutto quel bianco e nero fuori dal sottile strato di vetro della finestra. Riusciamo a legarci ai nostri affetti più lontani come mai non siamo riusciti a farlo prima. E’ proprio vero che comprendiamo davvero il valore della vita e della famiglia solo nei momenti più cupi, quando tutto intorno a noi sembra morire e quando anche solo il più piccolo dei gesti ci sembra il dono più grande.