di Redazione
Addio ai test di Medicina con il Liceo Biomedico
Dagli ultimi orientamenti legislativi sembra proprio che il liceo biomedico costituisca il futuro degli studenti di medicina. Ci sarebbe, infatti, una proposta della Camera volta ad istituzionalizzare il percorso per l’accesso universitario alla facoltà di Medicina.
Il percorso Nazionale prevede per le terze classi degli istituti 150 ore di lezioni di biomedicina nel triennio, 50 ore per ogni annualità scolastica di cui: 20 ore di lezioni teoriche tenute dai docenti di biologia dei licei, 20 ore di lezioni magistrali tenute da medici individuati dagli Ordini, 10 ore di esperienza laboratoriale presso ambulatori, ospedali.
«Il percorso di biomedicina, ormai trasferito dal Miur su scala nazionale, è un percorso complesso nella sua strutturazione che richiede l’impiego di alte professionalità e qualità nel lavoro d’équipe» ha affermato Giuseppina Princi, coordinatrice della sperimentazione, aggiungendo che «copre un vuoto normativo nella scuola pubblica perché costituisce un collegamento diretto con l’Università garantendo un efficace orientamento e una solida preparazione di base in ambito sanitario nel triennio liceale.
Nel 2011 il Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria ha ideato e promosso, grazie a un’idea della dirigente scolastica, prof.ssa Giuseppina Princi, insieme al locale Ordine dei Medici e dei Chirurghi, una sperimentazione con l’introduzione di una nuova disciplina nel piano di studi dello studente: biologia con curvatura biomedica con la docenza affidata ai professori di biologia del Liceo e agli esperti medici designati dall’Ordine.
A conclusione di due cicli scolastici (6 anni) di sperimentazione al Liceo i dati sono particolarmente positivi: innanzitutto, il 78% degli studenti inseriti nel percorso, ha superato i test di accesso alle facoltà medico-sanitarie a numero chiuso senza alcuna preparazione ulteriore; il 30% degli studenti inseriti nel percorso si è ritirato nel corso del triennio di sperimentazione in quanto ha capito di “non avere l’attitudine a fare il medico”.
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