Le mummie “parlano” e riscrivono la storia dell’Egitto

Cultura

Studio sulle tecniche di imbalsamazione riporta l’orologio indietro di un millennio

Le mummie “parlano” ancora e costringono a riscrivere la storia dell’antico Egitto. Una scoperta sensazionale, infatti, dimostra che il sistema per imbalsamare il corpo umano risalirebbe non a 3mila anni fa, ma a un millennio prima, con materiali e tecniche così raffinate da portare a rivedere conoscenze che si credevano già definitive. 

La scoperta nasce dagli studi sul corpo mummificato di Khuwy, un nobile di alto rango ritrovato nel 2019, il più antico  pervenuto fino a noi. Lo studio potrebbe portare a dover riscrivere i libri di storia: infatti il cadavere imbalsamato risalirebbe a circa 4000 anni fa, durante l’epoca dell’Antico Regno d’Egitto, solo che le tecniche utilizzate per la conservazione del corpo si credeva risalissero a 3000 anni fa, cioè un millennio dopo.

Lino di altissima qualità e resina di primo livello, usati per mummificare il nobile, dimostrano che le vecchie teorie sulla conservazione dei morti nell’Antico Regno erano totalmente errate: si pensava infatti che in quell’epoca il corpo venisse disseccato in maniera rudimentale, senza rimuovere gli organi interni e prestando più attenzione alla decorazione esterna che alla conservazione.

La scoperta è di enorme importanza anche per altri motivi: i materiali usati, le loro origini e le vie di trasporto utilizzate per reperirli cambiano radicalmente l’attuale conoscenza dell’Antico Regno d’Egitto, portando a disegnare una nuova mappa di quell’epoca affascinante e millenaria.

 

Le immagini sono tratte dai seguenti siti: https://news.artnet.com/art-world/egypt-female-mummy-1402603

https://www.utusan.com.my/luar-negara/2021/10/mumia-khuwy-guna-pengawetan-canggih

https://www.monzaepozzi.it/le-tombe-nellantico-egitto/