di Maria Paola Cofone
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Quanti desiderano che la propria vita sia proprio come quella di un film o di un romanzo a lieto fine? Tutti!
Speriamo tanto nel “felici e contenti per sempre” e di questo, infine, dovremmo accontentarci, eppure non è così! L’insoddisfazione è sempre in agguato. Anche dopo la vincita di un’enorme somma di denaro o dopo il raggiungimento di determinati obiettivi a lungo agognati, si ritorna sempre a quel livello di insoddisfazione generale che precede il momento felice. Forse la felicità è nell’attesa della festa, della felicità stessa, che sembra svanire in un batter d’occhio, come scriveva lo stesso Leopardi.
La Felicità ci appartiene per natura? Siamo stati generati perché essa duri a lungo? Ma, soprattutto, che cos’è?
Essa, non è un’emozione, ma un “ umore di fondo” che ci rende più o meno sensibili alle emozioni momentanee. È scritta nel cervello di ognuno e varia da persona in persona, dalle sue esperienze di vita e dal suo modo di viverla. L’unica strategia valida per tutti è quella di accrescere la ‘soddisfazione di fondo’ che ci permette poi di godere delle grandi o piccole gioie della vita.
Solo godendo ed apprezzando le piccole cose, ogni singolo gesto, ci si predispone alla gioia; per quanto possa sembrare ‘microscopica’, ogni piccola cosa occupa una posizione importante nel percorso verso emozioni positive. Anche le esperienze negative possono portare alla Felicità, basta saperle affrontare.
Persino Albert Einstein, che alla relatività fisica si dedicò per tutta la vita, sapeva che non c’è niente di più opinabile della felicità, soggetta a un altro tipo di relatività: quella dei sentimenti e delle esperienze individuali. Non potendo esprimere questo concetto tramite una formula matematica, provò a ricorrere alle parole.
Mentre si trovava a Tokyo, venne raggiungo da un fattorino nella sua camera d’hotel e lo scienziato decise di ricompensarlo, non con una semplice mancia in denaro, ma consegnandogli due note manoscritte in tedesco con su scritto:
“Una vita tranquilla e modesta dà più felicità che la ricerca del successo, legata a costante inquietudine» e «Dove c’è la volontà, c’è la strada».
Aveva ragione A. Einstein: l’essere grati e generosi, accontentarsi di quello che si ha, arricchire i propri ricordi con esperienze da condividere con gli altri, essere solidali sono questi gli ingredienti per una Felicità non momentanea, ma duratura.