[ngg src=”galleries” ids=”42″ display=”basic_thumbnail” thumbnail_crop=”0″]Nella mattinata di giovedì 6 gennaio si è svolta la prima fase, quella di istituto, della decima edizione delle Olimpiadi di Italiano, indette ogni anno dal Miur in collaborazione con l’Accademia della Crusca, dell’Arcadia, l’Associazione per la Storia della Lingua Italiana e il Premio Campiello.
Svolgere la prova ha risvegliato in me le emozioni vissute nel marzo del 2018, quando partecipai all’ottava edizione della gara riuscendo ad arrivare tra gli 84 finalisti e poi classificarmi settima in tutta Italia. Ricordo che, dopo aver svolto il secondo step della gara, ovvero la fase regionale, aspettai due settimane prima di conoscere il risultato. La notizia che avevo superato anche questa fase arrivò un sabato sera, quando la mia professoressa di lettere, Rita Coschignano, mi chiamò per comunicarmi che avrei rappresentato la Calabria nella finale che si sarebbe svolta a Firenze dal 26 al 28 marzo nell’ambito di una più ampia iniziativa culturale di valorizzazione della lingua e letteratura italiana intitolata “Giornate della Lingua Italiana”.
L’esperienza a Firenze è uno dei ricordi più belli della mia carriera scolastica: tre giornate intense trascorse insieme agli altri finalisti provenienti da tutta Italia e anche dalle scuole italiane all’estero (quell’anno erano arrivati in finale un ragazzo parigino, uno greco e una ragazza turca). Tre giornate trascorse nella splendida cornice della città di Firenze. Tra i palazzi storici in cui si sarebbero svolti i vari convegni e la prova finale, ricordo molto bene quello dell’Accademia della Crusca, di cui ho potuto visitare la biblioteca, che non è aperta al pubblico, in cui sono conservati manoscritti di vari scrittori tra cui un’edizione dei Promessi Sposi con la firma auografa di Manzoni, e il Palazzo Vecchio in cui si sarebbe svolta la premiazione, preceduta dagli interventi di Francesco Sabatini, Presidente onorario dell’Accademia della Crusca, l’accademico Ugo Cardinale e l’ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick.