’’Semel in anno licet insanire’’
’’Una volta l’anno è lecito impazzire’’
Il Carnevale di quest’anno è stato differente, decisamente contenuto nei travestimenti e negli eventi: mascherine al posto delle maschere, nessuna sfilata, pochi coriandoli e stelle filanti, quasi inesistenti gli scherzi e le beffe che rappresentano l’anima di questa ricorrenza molto attesa da grandi e piccini. Un carnevale, insomma, sotto tono.
Ma quali sono le origini di questa festività? Il Carnevale ha radici molto antiche, legate al Cristianesimo e al Paganesimo. Il termine ’’Carnevale’’ deriva molto verosimilmente dal latino ’’carnem levare’’, cioè ’’eliminare la carne ’’, con riferimento al banchetto ricco di carne imbandito durante il Martedì Grasso, ultimo giorno di abbuffata prima della Quaresima, il periodo di quaranta giorni in cui non era concesso a nessuno mangiare carne.
Le prime tracce del Carnevale risalgono alle feste in onore del Dio Dioniso nell’antica Grecia e dei Saturnali nella Roma del periodo classico. Durante queste festività la gente, per una volta all’anno, poteva eccezionalmente sentirsi svincolata dagli obblighi e dalle gerarchie sociali e rovesciare l’ordine costituito: grazie al travestimento i poveri non potevano più essere riconosciuti dai ricchi e, di conseguenza, le differenze sociali scomparivano. Una volta terminata la festa, però, si ristabiliva l’ordine, che avrebbe regnato, rinnovato, fino all’inizio del carnevale successivo.
Secondo diverse fonti, il travestimento sarebbe una pratica nata nelle festività in onore della Dea egizia Iside, (Dea della maternità, della fertilità e della magia) importata nell’Impero Romano.
Il Carnevale, quindi, appartiene a una tradizione plurisecolare che perdura ancora oggi. in Italia, i Carnevali più famosi sono quelli di Venezia, Viareggio, Acireale, Ivrea e Sciacca. Nel resto del mondo grandioso è il Carnevale di Rio de Janeiro.
Lo spirito della festa, in generale, consiste ancora oggi nel ribaltare la realtà con la fantasia e travestirsi da ciò che non si è.