di Chiara Triolo
Le festività nazionali italiane costellano il calendario e, come cittadini di questa Repubblica, non possiamo dimenticare la giornata celebrativa più importante per tutto il Paese: la festa della Repubblica, che dal 2001 è diventata simbolo dell’identità nazionale. Da Nord a Sud, isole comprese, il 2 giugno è ricordato dall’Italia per la celebrazione della Repubblica, anniversario simbolo e emblema dell’unità nazionale. Ma come nasce tale ricorrenza? Il 2 giugno 1946, per la prima volta, l’Italia tutta, eccetto le città non ancora annesse al Regno, a suffragio universale, senza distinzioni di sesso, etnia e religione, fu chiamata alle urne per scegliere quale forma di governo avrebbe dovuto reggerla. A fronteggiarsi vi erano due fazioni: la monarchia dei Savoia, che aveva dominato per 85 anni il Regno d’Italia e la Repubblica costituzionale. I risultati delle votazioni portarono alla vittoria della Repubblica Italiana. Strano a dirsi, ma dopo tanto tempo, l’Italia celebrerà il suo anniversario senza né cerimonie né parate. Le parate militari rappresentano effettivamente un tratto importante per la cultura del paese: lo spettacolo delle Frecce Tricolore, la sfilata del corpo militare e le esecuzioni musicali da parte delle loro bande, l’omaggio al Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica e tutte le cerimonie ufficiali, che in una festività così importante ci fanno sentire parte di un Paese, di una Nazione viva e unita, almeno per un giorno. Anche quest’anno l’Italia non può mettere nel dimenticatoio il suo simbolo patrio, ma deve portare alto il suo nome, la sua storia e la sua bandiera, come la definiva Ciampi “vessillo di libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia, nei valori della propria storia e della propria civiltà”, bandiera che sventola fiera per le conquiste e sofferente per le perdite. Per questo motivo il 2 giugno 2020 guarderemo, con più orgoglio, onore e dignità, quelle frecce che neanche quest’anno resteranno nascoste, ma saetteranno limpide nel cielo, in ricordo della nostra bandiera, del nostro paese e della sua storia. Anche stavolta, in un periodo costernato da divieti e costrizioni, come ogni anno, il Presidente della Repubblica- Sergio Mattarella – commemorerà il Milite Ignoto sull’Altare della Patria a Roma e per la prima volta si recherà nella città di Codogno, dove il “mostro invisibile” ha espanso il suo primo focolaio in Italia.
“Se vivi in una repubblica, vivi in un Paese libero e democratico” possiamo confermare in nome di questa libertà, tanto agognata dai nostri avi e in ricordo di Sandro Pertini, quando affermava che “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”. Il compito di noi cittadini è fare scelte zelanti, giuste e libere, dettate dalla nostra coscienza, senza portare allo sfacelo quello che in passato hanno guadagnato con fatica.
Con l’augurio di essere fedeli ai valori giusti e liberali della nostra forma di governo, buona Festa della Repubblica, Italia!