Il conflitto russo-ucraino sta riportando effetti devastanti in ogni campo della società ucraina, sconvolgendone la vita, annullandone le certezze, uccidendone gli affetti. Questo è senza dubbio l’aspetto peggiore, l’annientamento delle vite umane e la catastrofe di dolore e sofferenza che trascina con sé. Però, insieme all’evidenza schiacciante della malsanità della guerra, insieme ai volti della gente disperata, rassegnata, distrutta, vediamo anche altro, scorgiamo la dignità di un popolo che non si spezza e che combatte, la dignità del popolo ucraino che si manifesta non solo nell’opposizione all’avanzata russa, ma nel rispetto per tutto quanto rappresenta la patria. E’ questo il caso delle opere d’arte, delle collezioni dei musei e dei monumenti, molti dei quali dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità. Il conflitto distrugge le vite, le case e anche le testimonianze storico-artistiche.
A rischio la Cattedrale di Santa Sofia, costruita a Kiev nell’XI secolo, dichiarata Bene protetto dall’UNESCO nel 1990. È uno dei luoghi più famosi della capitale ucraina ed è stato il primo monumento del Paese ad essere inserito nella prestigiosa lista dei luoghi patrimonio dell’umanità. Riconoscibile per le sue cupole dorate che svettano al centro della città, conserva al suo interno affreschi e mosaici di inestimabile valore.
Altri siti patrimonio dell’umanità minacciati dai bombardamenti sono il complesso del centro storico di Leopoli, l’Antica città di Chersoneso Taurica e la sua Chora a Sebastopoli.
Tra i Beni protetti dall’UNESCO vi è anche l’Arco geodetico di Struve: una catena di triangolazioni geodetiche che si estende per quasi 3000 chilometri; fu creata nel corso del XVIII secolo dallo scienziato tedesco von Struve per determinare le esatte forme e dimensioni della Terra. L’Arco è stato riconosciuto Patrimonio dell’umanità dal 2005.
Agli importanti monumenti citati bisogna aggiungere anche le antiche faggete ucraine (foreste primordiali protette per la loro eccezionale biodiversità) e ulteriori diciassette siti prossimi alla candidatura. Tra questi la famosa Scalinata Potëmkin, i resti dell’antica città di Tyras e l’intero centro storico di Odessa nel cui museo si conservano notevoli opere pittoriche.
Nella speranza di poter contribuire a evitare danni irrimediabili a questi monumenti, l’UNESCO si è mobilitato per inserirli sotto l’emblema della Convenzione dell’Aja del 1954, nata proprio per proteggere i beni culturali in caso di conflitto armato.