[ngg src=”galleries” ids=”150″ display=”basic_thumbnail” thumbnail_crop=”0″]
L’esperienza del viaggio nella rotta subsahariana diventa un drammatico racconto per immagini
Nella cornice di piazza Sprovieri ad Acri due ragazzi giocano a pallone. Le espressioni dei volti esprimono allegria e spensieratezza, sensazioni e stati d’animo che normalmente si accompagnano all’età adolescenziale. Un biscotto offerto dal compagno acrese all’amico straniero rappresenta lo spunto per ripercorrere attraverso un flashback drammatico, icastico nelle immagini, eloquente nel messaggio, l’esperienza del viaggio dei giovani migranti per arrivare in Italia ed, in particolare, la rotta meno conosciuta e narrata, quella subsahariana.
Questo il tema delle tavole fumettistiche, realizzate a cura della Casa di Abou, in collaborazione con il Museo del fumetto di Cosenza e illustrate durante l’evento svoltosi nei due giorni, 12 e 13 novembre, presso il liceo Julia. Protagonisti gli studenti delle classi prime e terze e i ragazzi della Casa di Abou Diabo, la Comunità alloggio per minori stranieri presente nel centro presilano. L’evento si colloca all’interno delle iniziative di raccordo tra scuola e territorio con lo scopo di promuovere il multiculturalismo e un’inclusione autentica.
Ad aprire i lavori, venerdì, la Dirigente scolastica Maria Brunetti, che ha sottolineato il pregio dei fumetti e l’importanza della solidarietà e dell’inclusione come valori irrinunciabili. A seguire l’intervento dell’educatrice Anna Viteritti, che ha illustrato il protocollo di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, le attività che si svolgono all’interno della struttura, il percorso scolastico e le esperienze di tirocinio nella prospettiva di un inserimento lavorativo.
Angelo Sposato, operatore per l’integrazione, ha ripercorso su una carta geografica l’itinerario della rotta subsahariana, raccontando pericoli e difficoltà affrontati da ragazzi 14enni. Ed è proprio questa esperienza drammatica che prende vita attraverso le tavole dei fumetti: Angelo Sposato le illustra, spiegando anche le precise scelte fatte dagli autori in relazione a colori, testi, particolari contenutistici, per meglio chiarirne il messaggio. Un messaggio che è tutto racchiuso nella didascalia della tavola finale, “Speriamo bene”.
Molto partecipato il dibattito, che grazie anche alle testimonianze dei ragazzi, attualmente ospitati nella struttura, ha coinvolto tutti gli studenti.