Di Chiara Triolo e Francesco Tocci
Da quando si sono diffusi nuovi mezzi di comunicazione e sistemi di informazione più sofisticati, ogni dubbio viene chiarito attraverso i motori di ricerca. E il giornale cartaceo, che fine ha fatto? Quante persone ancora lo leggono? Sicuramente poche, perché ormai tutte le news si trovano in Rete, dove vengono continuamente moltiplicate. Non tutte le notizie presenti sui siti sono, però, veritiere. Consultare un sito Internet è diventato molto semplice e sono numerose le persone che si vogliono prendere gioco degli altri e che diffondono “fake news”, in Italia meglio conosciute come “bufale”. Ma cosa si intende per fake news? Sono tutte quelle notizie che, pur non avendo alcun fondamento, circolano in Rete, sui social network o sui media tradizionali e vengono prese per buone poiché nella maggior parte dei casi seguono i canoni giornalistici. Pertanto, è molto frequente che noi ci imbattiamo in esse.
Andando a ritroso nella storia millenaria del mondo e di quei frammentari scritti antichi che ci rimangono, scopriamo che il primo gruppo di uomini a diffondere “bufale” furono i sofisti che, attraverso la manipolazione e la persuasione, offuscavano il vero, mettendo in risalto il falso.
La sete di informazione si insinua tra il bene e il male: il bene poiché ci permette di riconoscere la curiosità e la voglia di sapere che contraddistinguono l’uomo; il male perché accorcia i tempi e rende labile la narrazione concisa e coesa della realtà.
Nel mondo contemporaneo sicuramente la Rete è una grande risorsa, poiché ci permette di ampliare giorno dopo giorno gli orizzonti della nostra conoscenza: una corretta navigazione, che riesce a riconoscere i detriti delle “fake news”, non potrebbe che rendere Internet un posto più sicuro, nel quale le nostre stesse opinioni non siano manipolate da falsità altrui, ma rafforzate o migliorate dalla conoscenza della pura verità.
Spesso le “fake news” vengono considerate quali notizie attendibili, poiché sono le più condivise. Ne è un esempio la recente notizia secondo la quale fossero gli animali domestici i responsabili della diffusione del Coronavirus. Questa notizia, che molti cittadini cinesi hanno preso per vera, ha causato la morte di decine di cani domestici. Per evitare che si verifichino eventi del genere, possiamo e dobbiamo imparare la riconoscere una “fake news”.
Innanzitutto, la cosa più semplice che possiamo fare è controllare se il sito e, di conseguenza, la fonte, sia attendibile. Ovviamente, può capitare a tutti di pubblicare una notizia falsa, ma è molto meno probabile trovare una “fake news” sul sito di una testata giornalistica, che su un sito di informazione sconosciuto dalla maggior parte delle persone. Spesso si può riconoscere una notizia falsa semplicemente leggendo il titolo che, per attirare l’attenzione di potenziali lettori, utilizza caratteri interamente in maiuscolo e molti punti esclamativi, quasi a confermare una notizia eclatante. Se tanti possono essere i dubbi una è sicuramente la cosa certa: ogni volta che navighiamo in Internet, dobbiamo stare molto attenti, perché il pericolo, di qualsiasi entità sia, è sempre dietro l’angolo.