di Simone Scarlata
[ngg src=”galleries” ids=”63″ display=”basic_thumbnail” thumbnail_crop=”0″]Gli studi condotti in Germania, Messico, Brasile, Colombia, Argentina e Stati Uniti ci dicono quanto la privacy valga in questi Paesi.
I risultati mostrano che gli utenti della Germania darebbero i loro dati a Facebook per circa $8 al mese, mentre gli Americani li venderebbero solo per $3.50. Questo è ciò che ci rivela lo studio condotto dal TPI (Technology Policy Institute), il primo tentativo mai compiuto di dare un valore alla privacy delle persone.
Esso riporta che i dati considerati di maggior valore sono quelli del proprio bilancio bancario e le impronte digitali, mentre quello col minor prezzo è la posizione geografica.
In media gli utenti oggetti di questo studio darebbero circa $8.44 per le informazioni finanziarie, $7.56 per le impronte digitali, $6.05 per permettere di leggere i propri messaggi e solo $1.82 per la propria posizione.
Un altro dato rivelato dallo studio, però, è come tutte queste informazioni vengano normalmente raccolte da siti e da innumerevoli app: già più volte aziende come Facebook e Youtube hanno ricevuto multe per violazioni della privacy. A questo riguarda già vari Stati stanno reagendo, creando nuovi regolamenti ad hoc per la privacy.