ELEZIONI PRESIDENZIALI AMERICANE

Attualità

di Luigi Feraudo

Mancano ormai pochi giorni alle prossime elezioni negli USA e l’attesa di conoscere chi sarà il prossimo presidente americano sta crescendo in tutto il mondo. La sfida tra Joe Biden e Donald Trump è sicuramente tra le più divisive della recente storia statunitense, con il dibattito che si sta facendo sempre più duro e personalistico, lasciando meno spazio ad un confronto sui temi politici tra i due candidati.

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America del 2020 si terranno il prossimo 3 novembre 2020 e saranno le 59e nella storia degli Stati Uniti. I principali avversari sono il Presidente uscente Donald Trump,  repubblicano,  e Joe Biden, democraticoh i due hanno scelto come loro vicepresidenti Mike Pence (Trump) e Kamala Harris (Biden).  57 milioni di elettori americani si sono già pronunciati attraverso il voto anticipato, con lunghe file ai seggi o via posta; il sondaggio del New York Times-Siena College  vede in testa  Joe Biden al 50% seguito da Donald Trump al 41%. Confermata la tendenza del voto:  Trump è in vantaggio grazie alle preferenze espresse da bianchi e dagli uomini, mentre Biden ha il sostegno delle donne  soprattutto di colore, con un vantaggio nettamente superiore a quello registrato da Trump: il democratico infatti ha un vantaggio del 23% tra le donne, mentre Trump di appena il 6% tra gli uomini. Il Presidente è avanti del 6% tra gli elettori bianchi, ma Biden del 44% tra i non bianchi. Decisivo anche il fatto che Biden regista un vantaggio non solo tra i più giovani, del 28%, ma anche tra i più anziani, del 10%.  A favore della coppia Biden-Harris nelle ultime ore è sceso in campo anche l’ex presidente Barack Obama, accusando  l’attuale capo della Casa Bianca di aver messo in pericolo il Paese: «Incapace di prendere sul serio il lavoro, tratta la presidenza come un reality show – ha aggiunto – comportandosi ogni giorno come uno zio pazzo». Donald Trump ha basato il suo programma  sul lavoro, sulla dignità, il rispetto e la comunità, sostenendo di continuare il lavoro iniziato con la vittoria alle presidenziali del 2016. Sicuramente, durante questa difficile campagna elettorale,  non sono mancate le polemiche rispetto alla gestione della pandemia da Covid-19 da parte di Donald Trump. L’atteggiamento del presidente rispetto al virus è stato criticato in più di un’occasione dalla comunità scientifica internazionale e dal Partito Democratico, che lo ha accusato di aver minimizzato i pericoli del contagio. Inoltre, nonostante lo stesso Trump e la first lady, Melania, abbiano contratto il coronavirus nelle scorse settimane, questo non ha cambiato di molto la sua strategia al riguardo. L’azione di Trump in tema di politiche economiche si è caratterizzata, in particolare, per diverse misure, a favore del protezionismo, soprattutto rispetto ai prodotti importati dalla Cina, sui quali ha alzato del 10% i dazi doganali. Il programma di Biden, è progressista; i temi centrali sono la redistribuzione del carico tributario e l’aumento delle entrate per finanziare nuove spese concentrate nei primi 4 anni (infrastrutture, sanità e assistenza, istruzione, ambiente). Il candidato democratico si pone come obiettivo la “ricostruzione, l’aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora, garantendo il rispetto dei diritti sindacali e approvando un piano di 10 milioni di posti di lavoro nella rivoluzione verso la “clean-economy”. Vorrebbe inoltre aumentare l’aliquota delle imposte sulle aziende dal 21% al 28%. Biden sostiene che la nazione debba costruire “un’economia che premi il lavoro, non solo la ricchezza“.