Le squadre di Fescennini e Fantastici duellano all’ultima parola
Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale con il PON 10.2.2A-FSEPON-CL-2021-209 Preparazione – Professionalità- Tecnica- Scienza
Una sfida a colpi di ragionamento: chi sfodera le argomentazioni più convincenti e controbatte meglio la tesi sostenuta dagli avversari vince. È questo, in sintesi, il Debate, l’innovativa metodologia didattica che non poteva mancare al Liceo Julia di Acri, scuola che ha fatto della sperimentazione di strategie motivanti per gli studenti il suo cavallo di battaglia.
A scendere in campo la squadra dei Fescennini e quella dei Fantastici, della classe terza B del Liceo classico, che hanno dibattuto sul tema “Il percorso liceale dovrebbe essere abbreviato a quattro anni”.
Il debate, come forma di discussione strutturata che risponde a regole ben precise, ha visto i Fescennini argomentare a favore della mozione, mentre i Fantastici hanno sostenuto la posizione “contro”. Bravissimi gli oratori di entrambe le squadre, formati evidentemente su Demostene e Cicerone: Serena Petrone, Francesca Siciliano e Greta Scaglione hanno cercato di avere la meglio sugli avversari battendo soprattutto sull’urgenza di aprire la scuola alle istanze di un mondo in rapido cambiamento, mentre Marta Alice, Federica Morrone e Carmen Romano hanno difeso un’idea di scuola quale luogo di formazione della persona per mezzo del cosiddetto “sapere inutile”.
Dietro gli speakers, che hanno argomentato in maniera serrata e impeccabile, l’intenso lavoro di ricerca del team di supporto che ha dato un rilevante contributo alle squadre attraverso l’individuazione delle fonti e la selezione delle informazioni utili alla vittoria.
Il bello della metodologia è che, a prescindere dalle opinioni personali, le squadre devono essere pronte a difendere tanto la posizione “pro” che quella “contro” l’affermazione assegnata: è il sorteggio, infatti, a decidere le parti. Ecco che allora la sfida verbale, oltre a favorire l’acquisizione di importanti competenze trasversali, quali la capacità di lavorare in gruppo e di parlare in pubblico, allena al pensiero critico e abitua all’ascolto delle ragioni altrui, al confronto, alla messa in discussione delle proprie opinioni. Emettere il verdetto per la Giuria, formata dalla dirigente Maria Brunetti e dalla professoressa Ada Berardi, non è stato facile. La vittoria è andata, anche se solo per un soffio, alla squadra dei Fescennini che ha dimostrato di saper utilizzare meglio le armi del debate, fatte non solo di contenuti ma anche di stile (gesti, mimica facciale, contatto visivo, tono di voce, ritmo del discorso ) e di strategia (rispetto dei tempi e della struttura dell’intervento).