Al Cop26 si cerca di coniugare sviluppo economico ed ecologia
Per la 26esima volta, le Nazioni Unite si sono riunite per parlare dei problemi sul clima e i suoi mutamenti, nella COP26, ovvero la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Questa edizione si è tenuta a Glasgow, in Scozia, con la presidenza da parte del Regno Unito e con la partecipazione dell’Italia. Il punto principale all’attenzione dei Grandi del mondo è di non far aumentare troppo la temperatura della Terra, riducendo l’uso del carbone. L’obiettivo è affrettare il passaggio alle energie rinnovabili, un traguardo possibile visto che alcune industrie lo stanno già perseguendo, come le grandi industrie automobilistiche impegnate a produrre automobili elettriche ed ibride.
Un tema, quello della salvaguardia della Terra, al centro anche del G20 che si è tenuto in Italia. Il nostro Premier Draghi ha definito il vertice un “successo” nonostante i numerosi aspetti critici emersi. L’Europa è il continente che ha intrapreso con maggior impulso la strada della transizione ecologica. Il Vecchio Continente, tuttavia, produce “solo” il 7% dell’inquinamento globale mentre sono Usa, Cina, India e Russia a essere sotto accusa, tutti Paesi che promettono il loro impegno in proposito solo tra 30-50 anni.
In entrambe le riunioni è emerso l’intento di preservare lo sviluppo economico limitando l’aumento della temperatura ad un massimo di 1,5 gradi, così da rispettare l’accordo di Parigi del 2015. In realtà non si sono ancora intraprese azioni forti per evitare l’aumento del surriscaldamento globale, bisogna allora affidarsi all’ottimismo del presidente del COP26 per sperare che nel futuro tutto possa andare per il meglio.