[ngg src=”galleries” ids=”177″ display=”basic_thumbnail” thumbnail_crop=”0″]Di Angela Maria Spina
Celebrata il terzo giovedì di novembre, la Giornata mondiale della filosofia è promossa dall’UNESCO e da anni è un appuntamento irrinunciabile della comunità scientifica accademica e scolastica, trasformata in occasione celebrativa fuori da ogni retorica.
È pensata per ricordare il valore della filosofia come disciplina, bussola per orientarsi specie nella complicata vita contemporanea, la sola in grado di aprire al dialogo interculturale e al confronto ragionato, specie tra opinioni differenti, aiutando a comprendere le principali sfide, creando condizioni per il cambiamento e la trasformazione delle società. Anche lo Julia ha intercettato la data per celebrare la ricorrenza, lanciando la propria iniziativa d’istituto per la prima volta.
L’iniziativa, patrocinata dalla SfI Società Filosofica Italiana – sezione universitaria calabrese- ha visto la partecipazione della sua presidente di sezione Prof.ssa S. Plastina, docente UNICAL di Storia della filosofia moderna, ed è stato coordinato dai docenti Maria Rosela Federico, Angela Maria Spina, Gianfranco Verardi con la realizzazione di una agorà filosofica dal titolo “Parole in Pensiero e Pensieri in Parole per una Cittadinanza Consapevole Divagazioni Filosofiche” coinvolgendo le classi IIIA, IIIC, IVA, IVC Liceo scientifico e IVB, VA Liceo classico.
Gli alunni, i veri protagonisti e animatori dell’iniziativa, hanno messo in campo le loro conoscenze – attraverso la formula dialogica – un modo singolare e creativo, per approcciare la disciplina scolastica, e per scoprire attraverso i filosofi il coraggio di pensare ed esprimere i propri pensieri e le loro argomentazioni. Sebbene per loro praticare la filosofia sia già un esercizio che insegna a ragionare in modo corretto, finanche in modo astratto, per reagire alle meraviglie del mondo attraverso l’uso della ragione e del pensiero; i giovani dei due plessi si sono chiesti quale ruolo e quale funzione potesse essere oggi possibile attribuire alla filosofia e ai filosofi, anche in ragione della complessità dei tempi. In un momento in cui le occasioni per “fare filosofia” e quindi praticare cultura insieme attraverso le pratiche di dialogo filosofico, sono decisamente limitate e sempre troppo rare; proprio oggi per celebrare la filosofia gli alunni dello Julia sono stati chiamati a confrontarsi con la complessità del saper porre le loro domande, condotti a spingersi a interrogarsi tra le altre cose sul “Perché del pensare”. In fondo le coordinate della disciplina non cessano da millenni di continuare a interrogarsi sul destino dell’uomo, sul suo posto nell’universo, nell’infinito o negli infiniti mondi che lo circondano.
È dunque proprio quell’indagine filosofica nata in Grecia, che Talete, vorrà non abdicare mai alla sua funzione “finché il sole risplenderà sulle sciagure umane” la chiave per affrontare il presente e il futuro. Perché fare filosofia oggi non è solo un atto di ribellione contro l’utilitarismo della nostra società, ma anche uno strumento per costruire un pensiero autonomo e critico che può condurci a realizzare molto di più: il coraggio delle idee, che impatta sulla nostra esistenza, insegnandoci a guardare alla filosofia con occhi nuovi e alla vita con gli “occhiali” della filosofia. Attraverso la biografia e il pensiero dei filosofi e delle filosofe siamo condotti alla scoperta del pensiero critico, strumento fondamentale per cambiare noi stessi e il mondo, al fine di saperlo rendere un luogo anche più bello e giusto.
La Filosofia che disegna una mappa per far sì che ciascuno trovi la propria strada nella complessità, è stata così degnamente celebrata, attraverso l’invito corale a godere della bellezza del pensiero, per fare del mondo quel posto migliore di come lo abbiamo trovato. Se la filosofia è una meravigliosa avventura, che la scuola permette di svolgere, la cui funzione è tanto profonda quanto avvincente; allo Julia la sua celebrazione è diventata creatività e ideazione, anche in ragione della capacità degli alunni che hanno saputo rendersi protagonisti di interrogarsi e interrogare. Un’arma contro il pensiero normalizzato e uno strumento per coltivare l’indipendenza di giudizio, sempre più indispensabile in un mondo dominato dall’omologazione di massa.