Onde radio per 30 secondi ogni 18 minuti: il segnale captato da un oggetto ancora non identificato distante 4mila anni luce dalla terra che ruota molto rapidamente e presenta un campo magnetico estremamente forte per le sue dimensioni. E’ il nuovo mistero della Via Lattea, la galassia a spirale barrata a cui appartiene il nostro sistema solare, con cui si confrontano scienziati e astronomi negli ultimi tempi. Intenti a scrutare il cielo con maggiore insistenza per sciogliere l’enigma.
La scoperta arriva dagli studi del dottorando Tyrone O’Doherty della Curtin University che lavora all’International Centre for Radio Astronomy Research in Australia, grazie al telescopio Murchison widefiel array costituito da più di quattromila antenne. Ci sono varie ipotesi per spiegare il fenomeno. Secondo alcuni il corpo celeste può essere un Magnetar, ossia una particolare stella di neutroni con un campo magnetico estremamente forte e ancora poco studiato. L’altra idea è che si tratti di una pulsar, stelle super compatte che ruotano molto velocemente, anche se le pulsar emettono impulsi più brevi e più rapidi, della durata compresa tra pochi millisecondi e pochi secondi.
Si è certi tuttavia che sia un processo naturale. Si spera di poter captare altri segnali anche grazie ad altri telescopi come il più grande radiotelescopio mai progettato, attualmente in costruzione, lo Square kilometer array. Ci si chiede, tuttavia, come sia possibile che il nuovo oggetto sia stato individuato solo ora. L’astrofisico italiano Andrea Possenti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Cagliari, ha due ipotesi. Una relativa ai metodi della ricerca perché “visto che le pulsar a noi note hanno periodi e impulsi molto rapidi, tutti gli strumenti che le cercano si focalizzano su intervalli molto più brevi”. La seconda ipotesi, invece, si concentra sul problema delle interferenze, poiché le onde radio sono molto usate nelle attività umane e quindi distinguere un segnale anomalo proveniente dal cielo è in realtà molto complicato.
In ogni caso l’attesa è grande. E nuove informazioni potrebbero rivelarsi vitali sia per il progresso scientifico che per ampliare le nostre conoscenze su un sistema così grande come quello dell’universo del quale ancora oggi sappiamo troppo poco.