“Imparerai che a tue spese che nel lungo tragitto della tua vita incontrerai tante maschere e pochi volti”.
Mai come adesso queste parole risuonano di “verità assoluta”. Tutti noi, infatti, nel nostro destino, siamo travolti dalla modernità che influenza le nostre idee come una forza cieca e incontrollabile.
Alcune volte ci troviamo di fronte alla domanda: “Io chi sono?”. Non tutti riusciamo a dare una risposta consapevole a questo interrogativo. Alcuni devono davvero comprendere la loro personalità e quali sono i loro obiettivi, altri, invece, sono fortemente condizionati dal giudizio della società e diventano fragili, insicuri.
E’ cosi che Luigi Pirandello vuol farci scoprire la nostra identità e chi vorremmo essere. L’autore ci ha lasciato molte tematiche su cui riflettere, che oggi riscontriamo ancora attuali e di grande interesse. Una di queste è quello dell’irrisolvibile contrasto tra essere e apparire, il rapporto tra vita e forma, per cui la vita, pur essendo morbida e fluida, per un destino burlone tende a calarsi in una forma, in cui resta prigioniera e dalla quale cerca di uscire e di assumere nuove forme senza mai trovar pace e felicità.
Secondo Pirandello, gli uomini non sono liberi ma sono come tanti “pupi” nelle mani di un burattinaio invisibile e capriccioso, cioè il caso. Quando nasciamo, infatti, ci troviamo inseriti per puro caso in una società precostituita, regolata da leggi che non dipendono dalla nostra volontà. Tutti noi indossiamo una maschera sotto la quale nascondiamo la nostra vera personalità e il nostro slancio vitale; è da questa condizione che hanno origine il disagio esistenziale e la difficoltà degli uomini a comunicare.
Ci fissiamo in una forma o maschera che ci obbliga a muoverci secondo schemi ben definiti che accettiamo per pigrizia o per convenienza senza avere mai il coraggio di rifiutarli, anche quando contrastano con la nostra natura. Per Pirandello l’unico modo per liberarsi dal ruolo falso che la società attribuisce a ognuno è escludersi dalla società stessa, rifugiandosi nell’immaginazione o nella follia.
Indossiamo una maschera, alcuni con fatica, altri con naturalezza, affrontiamo la vita e ci mettiamo in rapporto con gli altri mostrando un cambiamento che, però, non corrisponde alla nostra vera natura; ognuno si adatta alle situazioni che la vita ci impone, adattandoci ad indossare una maschera che non ci rende felici.
Nella società contemporanea il concetto di Pirandello della maschera lo riscontriamo tutti i giorni, basti pensare al mondo dei Social Network, oggi molto diffusi, dove buona parte dell’immagine di una persona passa attraverso le fotografie che vengono opportunamente selezionate per mettere in luce le proprie doti o per nascondere i propri difetti, cercando di trasformarsi in esseri diversi e migliori di quello che siamo perché condizionati dal contesto sociale che ci circonda.