Patrik Zaki: libero ma non assolto

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Patrick Zaki è finalmente libero o… quasi. Lo studente dell’università di Bologna è stato scarcerato dopo 2 anni di prigionia nel suo Paese, l’Egitto. Arrestato all’aeroporto internazionale de Il Cairo il 7 febbraio 2020,  con l’accusa di aver diffuso notizie false sui social per “disturbare la pace sociale”, Zaki è stato sottoposto a un brutale interrogatorio e ai ben noti trattamenti usati nelle carceri egiziane. Dopo i primi 15 giorni di custodia cautelare il Tribunale ha prolungato ripetutamente la sua detenzione di 45 giorni alla volta per 22 mesi.

L’arresto del giovane ha immediatamente destato clamore e, grazie a una mobilitazione internazionale, non si è mai smesso di chiederne la liberazione. Adesso Patrik è stato rimesso in libertà, ha potuto riabbracciare i suoi familiari, ma non è stato ancora assolto. Una nuova udienza per il processo  è stata fissata per il 1° febbraio 2022. 

Il regime egiziano, noto per essere repressivo e violento, usa le accuse mosse a Zaki nei confronti dei dissidenti o di chi è critico nei confronti del governo. Metodi da dittatura, piuttosto che da Paese democratico quale l’Egitto si professa. 

Né questo è il primo caso di mancato rispetto di basilari diritti umani nel quale il Paese nord africano resta coinvolto. Conosciamo tutti il caso di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano morto dopo essere stato orribilmente torturato dai servizi segreti egiziani, forse solo per aver partecipato al quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir. 

Giulio ha perso la vita,  mentre per Patrick c’è un briciolo di speranza che possa trionfare la giustizia, perché non è ancora troppo tardi e perché possiamo ancora fare qualcosa per lui e e per la sicurezza di altri giovani che vivono situazioni simili e  sono oppressi e torturati ingiustamente. 

Non possiamo permetterci, come nazione, società e singoli individui di perdere questa battaglia: nessuno deve soffrire o morire per colpa di uno Stato che non non rispetta i diritti e mostra il volto più iniquo nei confronti dei suoi stessi cittadini. Sperando nella libertà e nella giustizia, attendiamo  il ritorno di Patrick Zaki in Italia, dove troverà, senza dubbio, una calorosa e felice accoglienza.