[ngg src=”galleries” ids=”161″ display=”basic_thumbnail” thumbnail_crop=”0″]La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è stata istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica dell’intero pianeta su questo triste e tragico problema sociale: ogni 10 minuti nel mondo viene uccisa una donna e innumerevoli altre sono oggetto di violenza, fisica o psicologica che sia, ad opera di uomini che in modo preponderante sono mariti, compagni, fidanzati.
Questa drammatica realtà non poteva non essere oggetto di riflessione ieri, 25 novembre, da parte degli alunni dello Julia attraverso una Maratona artistico-letteraria volta a sensibilizzare gli studenti sull’argomento e ad aumentare la consapevolezza sulla violenza di genere e sull’importanza del rispetto e del rifiuto di ogni forma di discriminazione.
Protagonisti sono stati gli alunni che hanno gestito l’evento nelle proprie classi, leggendo racconti, osservando immagini di opere artistiche e video, ascoltando brani musicali e riflettendo sulla disparità di genere, presente già nelle più antiche società, e sul valore e la posizione che la figura femminile ha assunto nel corso del tempo.
Nello specifico, sono stati letti quattro brevi racconti tratti dal libro Storie meridiane, di Lauretta Colonnelli. L’autrice, partendo dall’osservazione di un quadro, una statua, un luogo o un oggetto ne racconta il mondo dietro.
Con il racconto Il doppio silenzio, di Tacita Muta, viene messo in evidenza come alle donne sia stata tolta la facoltà di esprimere il proprio punto di vista e sia stata ridotta al silenzio facendolo, addirittura, divenire una virtù, visto che è luogo comune quanto il parlare troppo sia disdicevole per una donna.
Ne “Le antiche ragazze in bikini”, oggetto di riflessione è stato anche il mosaico rinvenuto a Piazza Armerina, raffigurante ragazze in un costume a due pezzi, intente a svolgere attività fisiche tipiche delle Olimpiadi. Le donne, generalmente, non solo non erano ammesse alle olimpiadi, ma non potevano nemmeno assistervi.
“Le ancelle degli scavi” ci introducono nel mondo del lavoro, ove le donne stentano ad entrare di diritto ancora oggi e, pur facendone parte, spesso risultano “invisibili” così come è successo alle donne che hanno portato sulle proprie spalle o sul capo le grandi ceste piene del terreno di risulta degli scavi di Pompei.
Le donne vengono così relegate solo al ruolo di madri e di angeli del focolare come ne “Le antiche zie di Capua”.
La maratona è proseguita con la visione di un video-monologo di Paola Cortellesi, in cui l’attrice denuncia la discriminazione e il dolore che subiscono le donne giorno dopo giorno. Infine, ad aprire i cuori agli alunni e a commuoverli, è stato l’ascolto del brano “La cura” di Franco Battiato, con la sua visione immensa d’amore che ci insegna ad avere cura delle persone che ci stanno vicino.
La violenza sulle donne, purtroppo, esiste, ma dobbiamo eliminarla. Questo richiede l’intervento di tutti, uomini e donne con un cambio di mentalità, un superamento di pregiudizi e luoghi comuni. E’ necessario che si consideri la donna come persona da rispettare, mettendo in atto azioni educative che identifichino la battaglia per i diritti delle donne non solo come una “questione di donne”, ma come una questione di convivenza civile e democratica.