di Maria Paola Cofone
Si è celebrata il 18 marzo, in tutt’Italia, con diverse iniziative e cerimonie, la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus. Una giornata di “tristezza e speranza”, come ha detto Mario Draghi.
La data vuol ricordare un giorno che è rimasto impresso indelebilmente negli occhi e nel cuore di tutti: il 18 marzo 2020, quando da Bergamo, uno dei luoghi più duramente colpiti nel corso della prima ondata pandemia, si snodava la lunga fila di camion dell’esercito con le tante, troppe bare dei defunti in attesa di sepoltura. Un’immagine che ha sconvolto il mondo intero.
Proprio da Bergamo, divenuta città simbolo del dolore di un Paese, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha lanciato il suo messaggio “di tristezza e di speranza”. Due le cerimonie in onore delle vittime, la prima presso il Cimitero monumentale della città, con la deposizione di una corona di fiori, la seconda presso il Parco della Trucca per l’inaugurazione del “Bosco della memoria”. Un bosco, a perenne memoria di una pagina di dolore ancora aperta, perchè la memoria sconfigge la morte; un bosco simbolicamente proteso alla rinascita, perché la speranza ha radici profonde e rami protesi al cielo.
“Avremmo voluto che questo prato fosse pieno di persone, avevamo sognato che questa giornata avrebbe segnato la fine della lotta alla pandemia. Non ci siamo ancora – afferma il sindaco di Bergamo Gori – Siamo stati il simbolo della pandemia lo scorso anno, con le immagini dei camion militari, vogliamo essere un simbolo di rinascita oggi”