“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente; hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale della società”, queste sono le celebri parole di Rita Levi-Montalcini, neurologa, filantropa e senatrice a vita della Repubblica italiana.
Nonostante i numerosi passi avanti fatti nell’ambito dell’inclusività ancora oggi sono ben evidenti i pregiudizi e gli stereotipi di genere che gravano come macigni nella nostra società. Sebbene siano stati compiuti molteplici sforzi per garantire alle donne pari opportunità nella carriera lavorativa, la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa. Testimone di questo impegno sociale è l’obiettivo numero 5 dell’agenda 2030 dell’Onu: raggiungere una piena parità uomo-donna. In questo contesto nasce l’11 febbraio 2015 la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, evento patrocinato dall’UNESCO, con lo scopo di sensibilizzare e invitare le istituzioni a supportare le ragazze nell’intraprendere studi che riguardano le discipline STEM (science, technology, engineering, mathematics).
Nel corso della storia è stato evidenziato il ruolo marginale occupato delle figure femminili nell’ambito culturale in generale, ma specialmente nell’ambito scientifico. Basti pensare che per secoli alle donne è stato vietato il diritto all’istruzione. Anche quando scuole e università si aprirono alla presenza femminile vennero prediletti corsi di studio di tipo umanistico, come a voler sottolineare che le inclinazioni femminili si limitassero alle materie letterarie. Il mondo scientifico è sempre stato associato ad un panorama dominato dalla presenza maschile con una minima percentuale di donne coraggiose che, anche accontentandosi di ruoli marginali, hanno dato un contributo eccellente. Se oggi per le giovani donne l’accesso alla carriera in campo scientifico non appare più un’utopia è sicuramente grazie alle grandi figure del passato che hanno lottato per emergere in un ambiente maschilista. Pensiamo per esempio ad Elena Cornaro (1646-1684) che fu la prima donna nella storia ad ottenere un dottorato rompendo un tabù secolare, oppure Laura Bassi (1711-1778), seconda donna italiana a laurearsi e prima al mondo ad ottenere una cattedra universitaria insegnando fisica sperimentale all’Università di Bologna. O ancora Elizabeth Garrett-Anderson (1750-1848) che fu il primo medico donna inglese, nonostante agli inizi fu costretta a studiare come semplice infermiera. La lista potrebbe continuare ad oltranza con personaggi sicuramente famosissimi del calibro di Marie Curie, Barbara McClintock, Rita Levi-Montalcini, Rosalind Franklin e molte altre ancora. Tutto questo per ricordarci che è necessario valorizzare e rispettare tutti i talenti, sia femminili che maschili.