Cullurielli: che passione!

Tendenze

di Redazione

Li chiamano crespelle, ciambelle, zeppole calabresi, ma nel cosentino impazzano col nome di “cullurielli” o “coddrurieddri”.

Sono ciambelle fritte tipiche delle feste o delle vigilie: dell’Immacolata e del Natale.

Il termine culluriello  deriva dal greco antico κολλύρα (kollura), che significa corona e da qui la forma cosentina dialettale cuddrurieddri. La forma a corona, infatti, serviva nei tempi antichi per consentire ai pastori o ai viandanti di infilarli in un bastone per poterli trasportare con facilità.

La diatriba se le patate facciano parte, oppure no, dell’impasto è ancora aperta. Pare, infatti, che solo a Cosenza i cuddrurieddri vengano impastati insieme alle patate. Nell’interland del caoluogo prevale, invece, la ricetta con la sola farina, acqua, lievito e sale.

In entrambe le versioni i cullurielli sono così straordinariamente buoni che riscuotono un indiscusso successo su tutte le tavole delle feste  ma soprattutto, patate o no, de gustibus non est disputandum!