Passeggiare per le strade con un giglio o un girasole in mano, indossare abiti di lutto il giorno del proprio compleanno a causa della morte dell’anno passato… Oscar Wilde fu di certo una figura elegante e raffinata, fuori dagli schemi e dotata di grande arguzia e sensibilità. Il 30 novembre 1900 la sua anima abbondò il corpo mortale, spirando in Francia, luogo in si era rifugiato.
La vita di Wilde fu una vita tutta basata sull’estetismo: nacque a Dublino il 1854 da un famoso, ricco dottore, Sir William Wilde. Il piccolo Oscar dimostrò sin da giovane il suo anticonformismo: era poco apprezzato dai compagni e dagli insegnanti, alla cui compagnia preferiva la lettura dei classici. Dimostrò di essere uno studente brillante, vincendo la borsa di studio all’Università di Oxford.
La sua arguzia, brillantezza ed eccentricità non resistettero a palesarsi: divenne infatti molto popolare tra gli studenti. Qui, ebbe l’occasione di venire a contatto con l’estetismo, che divenne il suo stile di vita: cominciò a indossare giacche di velluto, calze di seta, pantaloni al ginocchio e strane cravatte.
Numerosi furono i viaggi che compì: Italia, Grecia, America e fu proprio nel grande continente, alla dogana, che pronunciò la celebre frase “I have nothing to declare but my genius” (Non ho niente da dichiarare tranne il mio genio) . Qui ebbe la possibilità di incontrare il grande Walt Whitman e Longfellow.
Ritornato a Londra, il giovane scrittore sposò Constance Lloyd, dalla quale ebbe due figli. E’ questo il periodo delle composizioni più celebri, come il Fantasma di Canterville, Il Ritratto di Dorian Gray e l’Importanza di chiamarsi Ernesto. Nonostante la grande bellezza e qualità delle opere, Wilde venne accusato di omosessualità dal Lord Queensberry, padre di un suo giovane amante. Venne condannato e costretto ai lavori forzati nel carcere di Reading Gaol. La dura fatica e il lavoro distrussero l’animo e il corpo del giovane uomo, il quale, uscendo di prigione, venne abbandonato da tutti i suoi più cari amici e rifiutato dalla moglie, che gli impedì di vedere di i figli.
Sebastian Melmoth: questo è il nome al di sotto del quale nascose tutta la sua identità, trasferendosi in Francia e morendo a causa di una grave meningite a soli 46 anni.
La sua tomba, situata nel cimitero Père Lachaise, è stata ricoperta per lungo tempo dai baci di giovani ammiratori e ammiratrici, che decidevano di esprimere la loro grande ammirazione attraverso una macchia di rossetto.