L’urlo, a squarciagola, “ma il cielo è sempre più blu” attraversa il tempo e lo spazio e ancora risuona nelle strade, nelle piazze, nelle feste o nel solitario canto di chi strimpella con la chitarra. Rino Gaetano proprio oggi, 29 ottobre, avrebbe compiuto 70 anni.
Un cantautore fin dai primi esordi fuori dagli schemi, anche troppo per quella che era l’industria musicale italiana. Arrivato da Crotone, non aveva timore ad affrontare con note discordanti e ritmi incalzanti problematiche fino ad allora estranee al mondo delle canzonette: dal sesso affrontato con toni ironici ed espliciti, all’immigrazione, fino alla denuncia della corruzione della classe politica cadenzata con quello sbeffeggiante ritornello “Nun te reggae più”.
Non c’è tema estraneo al repertorio di Rino Gaetano, a cui dobbiamo anche struggenti versi d’amore.
Morì il 2 giugno del 1981 in un incidente d’αuto a soli 31 anni.
Il cantautore crotonese aveva ancora molte cose da dirci, ma il suo ricordo vive ancora nelle voci delle vecchie e delle nuove generazioni che cantano con passione le sue canzoni.
Nel 1979 durante un concerto a Capocotta Gaetano affermó: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale, e si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta.»
Ed aveva proprio ragione.
Il genio e l’anticonformismo: Rino Gaetano è ancora tra noi
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