di Mattia Crocco
“[…]Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. È racchiusa in questa frase, con la quale veniva motivata l’assegnazione del premio Nobel per la Letteratura nel 1997, tutta l’arte dell’ immenso Dario Fo. Uomo di teatro a tutto tondo, dotato di una straripante esuberanza artistica, nel corso della sua lunga carriera esalta il valore della cultura popolare e, con le sue giullarate, restituisce dignità e spessore alle forme d’arte dei ceti subalterni. Restano indimenticabili i suoi monologhi e le straordinarie sceneggiature cariche di un’ironia che culmina spesso in un riso amaro e fa riflettere gli spettatori sul degrado della politica e della società. Dirà di lui il grande Pierpaolo Pasolini “Non è solo dotato di una cultura sbalorditiva, ma è anche uno dei migliori amici che abbia mai avuto; più che le sua capacità da oratore ho sempre apprezzato le sue straordinarie doti da ascoltatore e osservatore poiché riusciva ad ironizzare su tutto ciò che lo circondava trasmettendo sempre un messaggio nobile e significativo non scadendo mai in battute volgari e prive di senso. E’ questo il vero compito di un comico”