di Alessandro Liguori
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Il forte sodalizio tra Liceo Classico e Scientifico V. Julia e la società civile aggiunge un altro tassello al già grande mosaico basato su rispetto e collaborazione reciproca al servizio degli alunni. Oggi è stato il turno dell’Aspa, associazione locale che da 25 anni si batte per il bene dei più deboli, dando un aiuto concreto alle persone afflitte da problemi sanitari e sociali, rinforzando il tessuto sociale acrese. La tecnica utilizzata dai volontari per collaborare con gli alunni, quella del brain-storming, ha avuto il risultato di rendere partecipi gli stessi in merito ad argomenti complessi che affliggono la nostra società. La sinergia tra Liceo Julia e Aspa ha solide radici: già in passato infatti gli alunni si erano mossi concretamente contro la tossicodipendenza ottenendo notevoli risultati sull’intero territorio. La nuova battaglia, combattuta dall’associazione e altrettanto presente nel tessuto sociale, è quella contro la ludopatia: il vizio del gioco causato da fattori socio-economici. I volontari hanno sottolineato come le due battaglie, quella contro le droghe e quella contro il gioco, in realtà non siano poi così diverse poiché alla base hanno, come denominatore comune, un unico grande disagio, quello mentale, causato a sua volta da fattori intrinseci assolutamente individuali quali ad esempio la noia. Gli alunni dello Julia hanno fornito ai volontari un elenco vastissimo di parole, le più disparate. Le due parole più gettonate sono state senza dubbio tristezza e solitudine, parole, queste, che non sono necessariamente alla base del gioco d’azzardo patologico ma ne diventano una diretta conseguenza. Il fenomeno del gioco d’azzardo è un qualcosa di trasversale, non ha età, non ha provenienza sociale poiché anche persone abbienti, i loro rampolli, hanno scialacquato intere fortune (ricordiamo il cantante Pupo che ha sofferto di ludopatia e che ha descritto il gioco d’azzardo come un demone della nostra società). Come ribadito anche dai volontari, qui si ha ben poco a che fare con il semplice gioco, perché si tratta di qualcosa che riguarda la psiche: una sfida mortale contro una dannata slot machine che divora stipendi a colpi di monete da 2 euro. Le misure prese dallo stato, così come per tutte le dipendenze, sono marginali, poiché è esso stesso ad incassare i proventi dalle sconfitte ed è al giorno d’oggi uno dei pochi settori non colpiti dalla crisi. Le parole tristezza e solitudine, citate più volte dagli alunni dello Julia, riescono, dunque, a rappresentare il clima di quelle famiglie le quali vedono i loro cari vittime di un mostro gigantesco, impossibile da sconfiggere e che spesso sottrae denaro anche per i beni di prima necessità. Secondo alcuni dati raccolti dall’Ansa nel luglio 2019, circa un milione e mezzo di italiani sono stati colpiti da questa malattia e il dato sarebbe in aumento del 3% rispetto al 2018, creando un giro d’affari di 106,8 miliardi annui. In parole povere è come se ogni italiano puntasse 1.780 euro all’anno. Siamo ben consapevoli che sia arrivato il momento di fermare questo mostro che causa eccitazione e spinge i giocatori a perdere di vista la realtà e ciò che sta loro più a cuore; ne sono pienamente consapevoli gli alunni dello Julia i quali, alla richiesta dell’associazione di unirsi a loro nel volontariato, non hanno avuto un attimo di esitazione e hanno risposto subito con entusiasmo. Questo mostro sarà annientato e lo Julia sarà in prima linea per affrontarlo.