Di Emanuele Cariati
Scoppiata nella città di Wuhan, in Cina, l’epidemia di Coronavirus sembra aver terrorizzato il mondo intero che si trova ad affrontare, per questo motivo, un momento di particolare apprensione. È davvero così drammatica la situazione attuale (si parla di pandemia mortale) o si tratta di falsi allarmismi? Prima di provare a dare una risposta, è necessario chiarire cosa sono i virus. Essi sono dei parassiti cellulari, in grado di replicarsi facendo sintetizzare nuovi virus ad una cellula di un organismo ospite; diversamente da altri patogeni, non possono sopravvivere fuori dall’ambiente cellulare per molto tempo. Secondo studi condotti da molti infettivologi ed epidemiologi, il Coronavirus ha un tasso di mortalità molto basso; si stima sia intorno al 2%, ben lontano dal 13% della Sars o del 50/70% dell’Ebola. Inoltre, gli sforzi sanitari volti al non diffondersi dell’epidemia e alla ricerca di una cura, allontanano sempre di più lo spettro della pandemia. Sarebbe, pertanto, opportuno non generare situazioni di panico collettivo e non fomentare inutili allarmismi! Lo stesso Ministero della Salute ha sottoscritto un accordo con Twitter che nelle ricerche metterà in evidenza il link ufficiale del Ministero, al fine di contrastare la diffusione di fake news. La situazione attuale, quindi, non è drammatica, ma mostra sicuramente un dato certo: non è solo l’uomo ad evolversi, ma anche le malattie ed, in particolar modo i virus, che sono in continua evoluzione. E’ proprio per questo motivo che bisognerebbe investire di più nella ricerca e nella sanità. Il riscaldamento globale porta molti patogeni a mutare e ad evolversi, pertanto in futuro a causa di un attacco biologico o di una mutazione ci potremmo trovare ad affrontare un patogeno molto più distruttivo. Solo se investiremo nella ricerca e nella sperimentazione ci troveremo pronti ad affrontare una possibile minaccia per la nostra sopravvivenza, che in questo momento non è rappresentata sicuramente dal CORONAVIRUS.