di Angelo Gallipoli e Francesco Miranda
Precedentemente comparsi a Los Angeles (2016), Chicago (2016) e Berlino (2017), a partire dalla giornata del 16 gennaio 2020 gli Olli circoleranno per i prossimi quattro mesi nella città di Torino, più precisamente all’interno del campus ONU, in un’area recintata, ma che riproduce le strade della città, tra viabilità, segnaletica, circolazione di altri veicoli e presenza di pedoni. Ma di cosa si tratta? Realizzato dall’azienda Local Motors per l’80% da stampanti 3D, Olli è un minibus elettrico a guida autonoma (livello 4) con un’autonomia di circa 50 chilometri e può trasportare fino a 10-12 passeggeri ad una velocità di circa 40 km/h. È stato ideato con l’obiettivo di svolgere servizio di trasporto per la mobilità urbana sostenibile. Con un costo che varia tra i 200.000 e i 250.000 euro, presenta quattro motori elettrici, un sistema di guida sviluppato dalla start up del MIT di Boston. Il mezzo, inoltre, è dotato di Lidar (una tecnologia che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie tramite un impulso laser), di una visione artificiale ed è collegato con la Modally app, attraverso la quale è possibile “chiamarlo”. Alla presentazione ha partecipato anche la ministra all’Innovazione Paola Pisano dicendo: “Così facciamo crescere l’innovazione. Supportarla e rendere il nostro Paese un luogo attrattivo e competitivo nel campo delle nuove tecnologie è un passo essenziale nella nostra crescita e sviluppo. Ci stiamo impegnando a fondo affinché le nuove tecnologie possano essere utilizzate come reale supporto al cittadino”. Il sindaco della città, Chiara Appendino, spiega: “Si tratta di test che vogliono incidere su una nuova mobilità, sostenibile e interconnessa. In fatto di guida autonoma pesano temi come la nuova regolamentazione, tutta da sviluppare, la sicurezza e i nuovi modelli di copertura del rischio”. Potrebbe essere Olli l’inizio di una nuova era all’insegna della modernizzazione e dell’ecosostenibilità? Solo il tempo potrà dircelo, intanto non ci resta che perseverare nella ricerca e nel progresso, per poter dare presto una risposta a tale quesito.