Oggi, nel 1918, la sigla dell’Armistizio tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico che pose fine alla Prima Guerra Mondiale
La solenne cerimonia, presso l’Altare della Patria a Roma, con la deposizione della corona di alloro al monumento del Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica, resta come simbolo di una festa, quella del 4 novembre, che permane nella memoria collettiva del popolo italiano. Fu in questo giorno, nel 1918, che venne siglato l’Armistizio di Villa Giusti tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. L’accordo sanciva la fine del primo grande conflitto mondiale e dava inizio ad un breve periodo di ripresa, culminato poi con la crisi del 1929 e lo scoppio della seconda guerra mondiale (1939). Per gli storici la data segna l’inizio del cosiddetto ‘Nazionalismo patriottico’ che caratterizzerà, purtroppo, tutto il ventennio fascista.
Il trattato va letto, però, innanzitutto, come un appello alla pace tra due popoli distrutti dal conflitto, fronteggiatisi aspramente per tre anni in un’estenuante guerra di trincea costata milioni di vite. E’ considerato la diretta conseguenza della battaglia sul fiume Piave che ridiede dignità non solo al nostro esercito, ma a tutto il popolo italiano. Una vera e propria iniezione di fiducia che portò l’Impero Austro-Ungarico ad una lenta e agonizzante resa e al ritiro delle truppe fuori del Trentino, riconsegnato all’Italia.
L’accordo di pace firmato dalle due parti nella Villa del conte Vettor Giusti Del Giardino, a malincuore sottoscritto dalla parte austroungarica, restituì tutti i territori persi all’Italia, fortificando l’idea di Unità Nazionale. Al di là dei freddi accordi giuridici, la giornata del 4 novembre, considerata festiva fino a pochi anni fa, celebra non solo la vittoria dell’Italia, ma l’autentico trionfo della pace, poiché questo armistizio pose di fatto fine ad uno dei più sanguinosi conflitti della storia del ‘900.