21 Marzo, Giorno della Memoria e dell’Impegno delle vittime innocenti delle mafie

Attualità Dalla scuola

di Maria Paola Cofone

“La legalità è libertà”, scriveva Johann Goethe in una semplice frase di significato emblematico e profondo.

La legalità costituisce il fondamento di ogni convivenza civile e democratica. Come sarebbe il mondo privo di essa, senza le leggi? In assenza del rispetto delle regole e dei valori fondamentali della vita, come l’onestà, la lealtà e la cooperazione, nella società vincerebbero la prepotenza, la violenza e la sopraffazione.

Alla legalità è bene che siano educati tutti fin da piccoli per crescere in un mondo colmo di giustizia, libertà, uguaglianza. Sono parole molto importanti, ma che, in molti casi, nella vita quotidiana non sono tenute nella giusta considerazione.

Oggi è molto importante non perdere la ‘dritta via’ (come scriveva Dante) sulla quale la Legalità ci conduce, perché, oltre ai delinquenti comuni, ad ostacolarla esistono, purtroppo, forme di criminalità organizzata, come la mafia che, attraverso il controllo di attività illegali, è capace di ricattare parti della società civile, imponendosi e imponendo il silenzio con la violenza. Moltissimi uomini e donne hanno lottato contro questa organizzazione criminale, fino a pagare con la propria vita il loro coraggio e il loro impegno, perché “La mafia non dimentica, non perdona e si vendica”.

In occasione del 21 marzo, il Giorno della Memoria e dell’Impegno delle vittime innocenti delle mafie, è importante ricordare i diversi magistrati, sindacalisti, sindaci, assessori, giornalisti e, perfino, figli di mafiosi stessi che si dedicarono per tutta la vita a quest’ardua lotta.

Alcuni di essi sono notissimi, come il giornalista Peppino Impastato che, dalla sua piccola radio di paese, denunciava i crimini del boss mafioso Gaetano Badalamenti; il deputato Pio La Torre, autore della prima importante legge antimafia; il generale Carlo Alberto Della Chiesa; il giovane prete Don Peppino Diana, ucciso dalla Camorra e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, eroi simbolo, che negli anni Ottanta riuscirono a convincere molti affiliati alla mafia a rompere il giuramento del silenzio e a collaborare con la giustizia, spinti dalle loro grandi personalità, da una grande forza e un’enorme costanza nel rendere il mondo un posto migliore.

“E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare da essa, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti” scriveva Paolo Borsellino.

L’ impegno e il ricordo di questi grandi eroi, grandi uomini, ha fatto nascere in molti la voglia di continuare a lottare contro queste organizzazioni che soffocano la società civile, generando ingiustizia, disuguaglianza e morte. Il 21 marzo è, il primo giorno di primavera, ed è per questo, un inno alla speranza e alla lotta contro le ingiustizie.