di Chiara Triolo
Il Safer Internet Day (SID) è la giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea per un uso consapevole della rete, un ruolo attivo e responsabile di ciascuno per rendere internet un luogo positivo e sicuro. Anche il Miur, in collaborazione con Safer Internet Centre, promuove azioni per educare all’uso sicuro della Rete, per contrastare e prevenire i fenomeni di cyber bullismo, sensibilizzare i giovani su temi inerenti la tutela del diritto d’autore e informare sui danni prodotti dalla pirateria. Nasce con questo intento “Generazioni Connesse” , un progetto che auspica a rendere internet un luogo più sicuro per gli utenti più giovani, promuovendone un utilizzo consapevole, dentro e fuori dalla scuola. Diverse iniziative rientrano in questo progetto: concorsi, come “Generazioni Creative” ed eventi come “Safer Internet Day”, giornata mondiale per la sicurezza. Che ci siano momenti di riflessione su tematiche così significative è fondamentale per noi adolescenti “digitali” e la scuola ci consente di riflettere su diversi aspetti della realtà che ci circonda. Anche il nostro Liceo ha deciso di affrontare la problematica e per questo ha aderito all’iniziativa “Generazioni Connesse”.
Come poter controbattere alle affermazioni di chi dice: “La rete internet è ormai una priorità quotidiana”? Nella società del XXI secolo risulterebbe effettivamente difficile abbandonare la navigazione, la ricerca rapida, le chat, soprattutto se lo si chiede ad un giovane, nato con e nella tecnologia avanzata. Dentro a un mini schermo custodiamo parte della nostra vita e non ci rendiamo conto dei rischi a cui, spesso, andiamo incontro. Ogni giorno sentiamo, leggiamo o siamo testimoni di casi di cyberbullismo, un fenomeno assai devastante per la vittima che, nella maggior parte delle volte, è una persona fragile, sola, senza supporti: è su questa che i cyberbulli scaricano ogni tipo di rabbia repressa e divertimento, attraverso immagini o messaggi intimidatori, per giungere ad una sorta di appagamento personale (dunque, la fragilità non proviene anche dal carnefice?).
Nel peggiore dei casi, aumentati di anno in anno, una vittima di cyberbullismo pensa al suicidio e molte volte agisce. Conoscere e riconoscere il male è la migliore arma per combatterlo!
Noi ragazzi passiamo gran parte delle nostre giornate a scuola, dove costruiamo rapporti, coltivati, spesso, poi sui social. Piani di sensibilizzazione e diminuzione dei rischi, vari progetti e concorsi, discussioni di gruppo, sempre più frequenti, ci invitano ad una corretta navigazione e caratterizzano le nostre giornate scolastiche. La scuola si occupa di educare noi giovani a mantenere atteggiamenti coerenti e corretti con gli altri, ma soprattutto con noi stessi, perché la rete è sempre più pericolosa, come un aguzzino di cui noi siamo gli oppressi.
“Considero il Web come un tutto collegato a tutto, come un’utopia che ci regala una libertà mai vista prima”, afferma Tim Berners-Lee, che parla della rete come se fosse un mondo parallelo e perfetto. Ma, navigando tra i siti, nulla è sicuro: “adescamento online” e “sexting” annullano i concetti di privacy e mettono in serio rischio l’unica vita che abbiamo. Inoltre, l’inadeguato utilizzo del Web può indurre in una situazione di dipendenza psicologica con conseguenti danni psichici e funzionali per il soggetto, cosa che accade a molti ragazzi e studenti, ormai quasi incapaci di “disintossicarsene”.
Se riuscissimo a diminuire le parole scritte su uno smartphone e ad aumentare quelle da dire “faccia a faccia” a chi ci circonda, scoprendo le sue emozioni attraverso uno sguardo e non un emoticon, ci renderemmo conto di quanto valore abbia la vita fuori e non dentro ad uno schermo!
Noi ,“generazioni connesse”, dovremmo scollegarci un pò dai social, utilizzarli in maniera appropriata e collegarci con il valore della via!